Da sempre l’esposizione ai raggi solari ha svolto un ruolo fondamentale nella vita degli individui che ne hanno sfruttato i notevoli benefici sia fisici che psicologici.
E’ indubbia infatti l’azione sulla trasformazione della vitamina D quale sostegno per l’accrescimento osseo nel bambino così come l’input antidepressivo indotto a livello psicologico.
E’ però necessario non sottovalutare il fenomeno del fotoinvecchiamento cutaneo.
Qual è il reale effetto dei raggi del sole sulla pelle?
Studi clinici e sperimentali hanno infatti dimostrato che, a fianco di una serie di indotti positivi, in realtà l’azione delle radiazioni ultraviolette ha sull’organismo effetti che talvolta possono risultare dannosi.
A livello cutaneo si assiste, infatti, ad un danneggiamento a tutto spessore della pelle con interessamento soprattutto di epidermide e derma, con una vera e propria degenerazione a carico delle strutture di sostegno: le fibre elastiche e di collagene vanno incontro a denaturazione con conseguente perdita di tonicità ed assottigliamento cutaneo.
Oltre a tali meccanismi può instaurarsi una produzione anomala di melanina in risposta a stress emotivi ed esposizione ad inquinamento, che causano la formazione di macchie ipercromiche.
Conseguentemente, lo spessore dello strato corneo superficiale può aumentare determinando un ingrigimento del colorito e l’accentuazione delle rughe sottili.
Le radiazioni ultraviolette e i radicali liberi
È stato dimostrato che il 50% circa dei danni indotti dalle radiazioni ultraviolette deriva dalla produzione di radicali liberi, sostanze altamente reattive prodotte dal metabolismo cellulare che in condizioni fisiologiche vengono rimosse ed eliminate dalle cellule stesse ma che in condizioni di sovraeccitazione, come in caso di foto esposizione, raggiungono livelli tali da determinare un accumulo che altera le normali funzioni cellulari.
Accanto quindi al normale crono invecchiamento, presente in ogni individuo, con caratteristiche di livello e precocità esclusivamente legate alle peculiarità genetiche, si associa il fotoinvecchiamento cutaneo, tanto più accentuato quanto maggiore è stata la foto esposizione solare: l’aumentata produzione di radicali liberi endocellulari induce uno stress ossidativo capace di determinare errori nella funzionalità della cellula tanto ingenti da provocare danni alla pelle.
Come si può intervenire sull’invecchiamento cutaneo?
Nella prevenzione dell’invecchiamento cutaneo, può essere utile intervenire quotidianamente con l’applicazione di prodotti ad uso topico in grado di contrastare attivamente la penetrazione dei raggi ultravioletti e contestualmente l’accumulo dei radicali liberi a livello di ogni singola cellula foto esposta.
Accanto a tale trattamento inoltre può risultare utile l’applicazione di un prodotto specifico ad azione antiossidante in grado di contrastare attivamente i radicali liberi che, nonostante le precauzioni attuate, possono comunque formarsi.
Di fondamentale importanza è saper riconoscere il proprio fototipo (pelle chiara e sensibile, pelle olivastra e più resistente, etc.) e di conseguenza farsi consigliare sulla protezione da utilizzare.
Errore molto comune è associare una crema con un alto fattore di protezione ad una scarsa abbronzatura.
Ricordatevi che, anche per le pelli più tenaci, almeno alle prime esposizioni, è altamente consigliabile utilizzare una crema ad alta protezione, per poi poterla eventualmente ridurre in seguito.
In fondo… basta seguire semplici ma utili consigli, per sfoggiare per tutta l’estate una abbronzatura invidiabile, ma soprattutto sana!
Che per l’organismo e soprattutto per la pelle… è ciò che più conta!